Book ID: 107760
Mangani, Giorgio and L. Tongiorgio Tomasi (eds.)
Gherardo Cibo, dilettante di botanica e pittore di 'paesi'. Arte, scienza e illus- trazione botanica nel XVI secolo. 2013. illus. 366 p. Paper bd.
Nel 1540 Gherardo Cibo (1512-1600), nobile cavaliere pronipote di papa Innocenzo VIII e nipote di Caterina Cibo, duchessa di Camerino, parente dei della Rovere, decide di ritirarsi a Rocca Contrada, nel Ducato di Urbino (oggi Arcevia), per dedicarsi completamente allo studio delle piante, alla pittura di paesaggio ed alla sperimentazione di tecniche innovative nella conservazione e riproduzione delle specie botaniche, cimentandosi nella miniatura, nel disegno di paesaggio, nella preparazione di erbari secchi e dipinti. Artista e scienziato allonell'arte di fare i colori,nella stampa a matrice naturale delle piante,stesso tempo, Cibo è in contatto con i maggiori studiosi del tempo come Pietro Andrea Mattioli e Ulisse Aldrovandi e si dedica a rappresentare, sullo sfondo delle piante rintracciate nel corso delle sue numerose spedizioni botaniche, i paesaggi delle Marche e dell'Umbria, restituendo lo skyline rurale e urbano del tempo, mescolando la fedeltà al dato naturale con una sorta di idealizzazione arcadica della semplicità della vita in campagna, che è anche espressione di una sensibilità religiosa evangelica ispirata alle idee della Riforma. Dell'opera di Cibo, personalità riservata e modesta, si perse ben presto memoria e i suoi disegni andarono dispersi in numerose biblioteche del mondo, spesso attribuiti ad artisti nordici o fiamminghi, fino a quando diversi codici e disegni furono rintracciati riprodotti e studiati in questo straordinario volume illustrato, che spiega anche per quale motivo il paesaggio marchigiano sia stato percepito per molto tempo come un'Arcadia ideale.